
Ohi, ciau!
Allora, come andiamo?
Siamo arrivati anche a maggio, avete visto?
Eh già che capita tutti gli anni, ma adesso che ci sentiamo spesso mi sembra che il tempo passa anche più in fretta… non so eh, sarà un’impressione…
A me maggio mi piace sempre tanto. Sì, lo so che in questi giorni ha piovuto un bel po’, però… il verde che c’è sugli alberi a maggio non ha paragoni. E’ talmente bello, sembra che deve saltare fuori dalle foglie da un momento all’altro per andare chi lo sa dove… lo fa solo a me, quest’effetto?
E le rose? Oh già, che ho anche le rose! Maggio è il mese delle rose, giusto? Vedeste che belle, le mie! Ti’, ma sapete che c’ho ancora le piante di mia nonna? Ogiàcche… Noi ci abbiamo sempre tenuto tanto perché poi il 22 del mese c’era la festa di Santa Rita. Santa Rita, avete presente, no? Quella che la chiamano la Santa degli Impossibili. Degli Impossibili, ho detto, non degli Invincibili… ma possibile che c’avete solo sempre i cine, in testa? Quello lì è un cartone animato, Signùr…
Eh, Santa Rita dice che faceva tanti di quei miracoli… Poi magari ce ne chiedo uno anche per me, che io non chiedo mai niente a nessuno…
Ben, allora, quando c’era ancora anche mia nonna, il giorno della festa andavamo nel giardino a raccogliere solo quelle più belle, col bocciolo non ancora aperto del tutto, e poi riempivamo i davanzali con tanti di quei vasi che la Neta ci veniva sempre l’invidia. La Neta era la nostra vicina di casa, e lei era sempre lì che diceva che il suo orto faceva i pomodori più belli, e che le sue mucche avevano il latte più buono, e che il suo asino era il più forte di tutti… mia nonna la lasciava parlare tutto l’anno, poi quando veniva Santa Rita tirava fuori le rose e la Neta per un mese buono non la sentivi più. Oh, là!
Era quello lì, il miracolo di Santa Rita, per mia nonna. Far stare zitta la Neta almeno per un mese l’anno.
Però non dobbiamo dimenticarci che maggio è il mese della mamma. Né che non ve la dimenticate mai, la festa della mamma? Ah, ecco, a sarà mej!
Che se ci pensate, ha anche senso, no, che il mese delle rose sia lo stesso della mamma?
Io alla mia mamma andavo sempre a coglierci i papaveri nei prati, perché se le toccavo le rose poi mi passava il bollito… adesso non ditemi che non sapete cosa vuol dire “passare il bollito”??? Su, un po’ d’immaginazione, non è che ci voglia poi tanto a capirlo…
‘Ncur nen capì? Ussignùr… mi arrivava ‘na patela sul fondoschiena che ancora me la ricordo.
Tì, ma… Chissà quante mamme siete, lì, che leggete ‘ste fularìe che vi scrivo e che vi conto…
No, io no… a me i figli non mi sono venuti… adesso è tardi, anche perché sto ancora aspettando il Berto che torni dalla Francia e cosa vuoi, a forza di aspettare, il tempo passa… ma una non è mica che deve per forza averli, i figli, per fare la mamma… ecco, adesso mi parte un discorso che mica so dove vado a finire… voglio dire, certo che se qualcuno ti chiama “mamma” è perché è tuo figlio, o tua figlia, che rasùn… ma quando ci vuoi bene a qualcuno, quando lo aiuti a crescere, a diventare grande, quando ci sei se ha bisogno, quando capisci che cosa gli serve ancora prima che te l’abbia chiesto, quando fai le cose con amore… e ben, non è essere un po’ mamme anche così? Per dire, io c’ho tutti i bimbi delle elementari del paese qui sotto che vengono con le loro maestre a vedere come si fa l’orto, come si mungono le mucche, come si pascolano le pecore… quando arrivano è sempre una festa, si mettono tutti intorno a me e io ci spiego tante cose… per quella mattina lì è un po’ come se la loro mamma fossi io, o no? Non so, a me mi sembra che come gli parlo, e loro come mi ascoltano e mi chiedono le cose e vogliono che gli insegni a fare quello che faccio io… se non lo facessi come farebbe una mamma, ecco, non se lo ricorderebbero così bene.
Sbaglio?
E voi? Ogni tanto vi sentite un po’ mamme, anche se non ce li avete, i figli? Sì sì, dico anche a voi uomini, oh già! Non vi capita mica niente, se delle volte provate a fare le mamme… state tranquilli che la barba vi cresce lo stesso… e i capelli li perdete uguale!
Scherzo, né…
Adesso vado, che ho da fare… che se non sto attenta… la Beata mi mangia tutte le foglie di insalata!!!! Beata, va’ via da lì o ti prendo a calci nel….
Ehmmmmmm… eh beh, anche alle mamme più brave la pazienza quando scappa, scappa!
Ciau tutti, ci sentiamo presto!
Ascolta l’audio!