Ho avuto cinque figli: andavo al lavatoio frazionale alle quattro del mattino per poter poi alle sette venire a casa e preparare i bimbi per andare all’asilo. Per lavare si metteva a mollo il bucato con della soda e acqua e poi si lavava e poi si veniva a casa e avevamo un ciubbri. Si faceva una volta al mese e quasi sempre quando pioveva perché tutti si lavorava in campagna: si puliva la vasca del lavatoio e poi si metteva una scopa davanti per fare in modo che dove si era lavato il giorno dopo non ci fosse nessuna altra donna pronta ad usare quella vasca lì che ti eri pulita te!! Tutte le donne della frazione andavano in quel lavatoio, delle volte si stava strette strette che non potevi neanche girarti e si facevano anche i turni per andare a girare il bucato Una volta che avevo risciacquato il mio bucato allora poi potevano venire tutti a lavare le loro cose ma la regola era: prima il bucato poi il resto Il bucato erano le lenzuola, i fazzoletti, le cose bianche… Quando ero piccola mi ricordo che mi mettevo delle grosse pietre sotto i piedi per arrivare fino all’altezza della vasca e cercare di aiutare la mia nonna…a noi bambine piaceva la giornata della bua’. Si litigava quasi e solo sempre quando qualcuno sporcava la vasca con i panni sporchi mentre le altre li stavano risciacquando Finito il risciacquo due donne si mettevano a fianco delle vasche e prendendo un capo ciascuno delle lenzuola si mettevano a torcerle fino a strizzarle bene: era la nostra centrifuga! Questo lavatoio non era chiuso ma mai nessuno ci è cascato dentro! Qualche episodio spiacevole è successo in questo lavatoio: c’è stato un tempo che le donne avevano deciso che in questo lavatoio dovevano solo andarci i proprietari perché c’era solo acqua ferma e non tutti tutti anche perché un lavatoio pubblico a Ronco c’era ed era meglio limitare la gente in quello privato anche per tenerlo pulito Allora la mia zia vedeva sempre una donna di fuori venire in questo lavatoio e gli ha detto che non poteva per l’acqua era ferma e sporca e che doveva rispettare delle regole Questa donna offesa allora le è saltata su dicendo che l’aveva insultata e che tanto aveva i testimoni ma non era vero perché mia zia non ha offeso proprio nessuno. Allora questa donna che aveva un avvocato amico per tutte quelle che combinava, è venuta su con due testimoni fino al lavatoio e peggio ancora ha fatto recapitare una lettera dal tribunale alla mia zia (che sarebbe la zia di mio marito)…ha rovinato la famiglia tant’è che il pap? di mio marito visto quella lettera si è ammalato dalla vergogna e non ha più parlato… Gli avvocati alla fine ci ha chiesto di metterci d’accordo senza andare in tribunale Un’altra volta stavo andando al lavatoio ed esce di nuovo questa donna e mi dice: “qui sono padrona io e tu non passi” e io dovevo fare un giro lunghissimo allora per scendere a Ronco perché nella strada principale stavano facendo lavori…come potevo fare? Esce di casa un signore suo vicino di casa e dice “ma non sei padrona solo tu noi la lasciamo passare” Fatto sta’ che riprendo i miei secchielli di bucato e torno giù a casa e piangendo (perchè io le lacrime non riesco mai a trattenerle) racconto a mia madre che quella donna non vuole lasciarmi passare. Allora mia madre va su al lavatoio e vede sta donna: “perché non te lassi passare mia tosa a torne l’acqua?” “perché ijiu riusi? con sua magna e adess qui la str? l’è mia et’ passi pù” allora mia mamma l’ha presa per il cravattino e le dice in veneto: “tu sei la disperazione della Riviera, tutti hanno paura di te e dei tuoi avvocati che gli fanno mangiare la casa, ma io non ho niente di niente e quindi i tuoi avvocati non possono portarmi via niente e sai cosa vorrei farti? Darti una bella accoltellata e poi anche se mi mettono in prigione non mi importa perché tanto la soddisfazione me la sono tolta” Allora sta donna le ha detto “ma ti Pina it’ lass passè e pia pura tutta l’aua chi t’ voli”…